50 ANNI DI FABI (I PARTE): CONTRO IL DESTINO, L’OSTINAZIONE E LA VOGLIA DI RISCATTO


“Quando non sei nessuno, nessuno ti guarda in faccia”

Elisio Fabi

Chi entra oggi nella ampia e moderna sede di Fabi a Monte San Giusto può stentare a credere come tutto iniziò. Perché la storia della Maison è una storia di un’azienda familiare che inizia cinquant’anni fa, seppur non lontano fisicamente dal luogo ha sede ora, sicuramente distante migliaia di chilometri ideali da dove oggi si trova.

La storia inizia a Montegranaro, un comune della provincia marchigiana. I Fabi erano una famiglia contadina che si divideva tra mezzadria e coltivazione diretta. A quel tempo, come ricorda Elisio, le scarpe erano un lusso e i contadini se le facevano in casa con una suola in legno, una tomaia vecchia assemblata con un po’ di latta e della gomma per non scivolare. L’estate si girava scalzi.

In effetti, il mondo di Montegranaro, così come in quasi tutta l’Italia rurale, si divideva in due: chi aveva le scarpe e chi non le aveva. I primi erano gli operai che lavoravano nella nascente industria calzaturiera che oggi è un’eccellenza del Made in Italy, gli altri erano i contadini.

Per un contadino, possedere delle belle scarpe, anche usate, era un sogno che poteva avverarsi solo grazie alla generosità di chi aveva più possibilità economiche.

1956: primo colpo del destino, la morte del padre

Il padre di Elisio ed Enrico muore in seguito a un’operazione per ulcera gastrica. I ragazzi sono giovani, Elisio aveva appena 13 anni, ma questo significò abbandonare gli studi per supportare economicamente la famiglia.

Probabilmente, se il padre di Elisio ed Enrico Fabi non fosse deceduto prematuramente, si sarebbe avverato il sogno di nonno Enrico: quello di avere un podere grande, di proprietà, con tanti animali. E probabilmente, oggi, non saremmo qui a raccontare la storia dei Fabi.

1960: il lavoro in calzaturificio

Elisio ed Enrico abbandonano i campi per cogliere le occasioni dell’industria. Fanno esperienza in piccoli e medi calzaturifici, apprendendo il mestiere: Elisio tagliava le pelli, Enrico cuciva i tubolari.

1965: l’idea d’impresa e i primi passi

Da qui nasce l’idea d’impresa, coinvolgendo anche Gina e Vilia: la futura moglie di Elisio e la moglie di Enrico.

“Forse non immagini a cosa vai incontro”: questo fu l’incoraggiamento che ricevette Elisio da parte di chi sapeva bene cosa significava fare impresa. Ma la voglia di riscatto era troppa.

Tutto iniziò in un sottoscala, con la produzione casalinga di un campionario di dieci paia di scarpe da uomo. Portavano impresso il marchio FFF.

Ma la prima esperienza di vendita non fu delle migliori: Elisio si recò dai titolari di un calzaturificio e aprì la sua valigetta con il campionario. “Sai quanti ne trovo io di tubolari a questo prezzo?”, disse con dispreuno dei due titolari, lanciando una delle prime scarpe Fabi.

La prima commissione arrivò dopo sei ore e mezzo di viaggio, a Molfetta, dove risiedeva il primo cliente: il signor Balducci. L’ordine fu di un centinaio di scarpe.

1966: il secondo colpo del destino, il terremoto in Sicilia

La rete di vendita si andava espandendo velocemente, fino ad arrivare in Sicilia. Si lavorava di giorno e di notte, per sei giorni e mezzo a settimana.

A seguito di un terremoto in Sicilia, venne emanata una legge che annullava i debiti dei siciliani terremotati. Per i fratelli Fabi ciò comportò un notevole danno economico, con tratte e cambiali insolute che erano state girate ai fornitori.

Nel ’68 e per tutto il ’69 si lavorava solo per coprire il dovuto. Ma il destino venne anche in soccorso dei Fabi con la svalutazione della lira dell’inizio degli anni ’70. La tenacia e la voglia di riscatto dei fratelli Fabi venne ripagata con i primi successi.

E la storia continua.


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